I SORRISI DI TAMBURI

Il diritto al gioco è di tutti

Nel quartiere Tamburi, nella periferia nord occidentale della città di Taranto, a ridosso della più grande acciaieria d'Europa, bambini e bambine sono esposti alla massiccia presenza di polveri inquinanti, in particolare nei giorni di vento forte.

Nel quartiere Tamburi non esiste nessuno spazio, ad oggi, attrezzato per consentire il gioco libero dei bambini all'aperto garantendo uno sviluppo psicomotorio ottimale.

I sorrisi di Tamburi, ideato dalla Fondazione Pizzarotti e Fondazione Parole di Lulu e sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI,
è un progetto pensato per rispondere a questa mancanza grazie alla realizzazione di un parco giochi
Lo spazio è interamente pensato con materiali certificati, ecocompatibili e sostenibili e al suo interno è stata realizzata una piccola biblioteca con libri dedicati a bambini e ragazzi.

Un importante contributo all'iniziativa è arrivato dallo Studio di architettura Di Gregorio Associati di Parma che ha curato la progettazione del parco in ogni dettaglio e grazie alle attività di coordinamento della dott.ssa Annamaria Moschetti dell'Associazione Culturale Pediatri oltre al supporto dell'Architetto Massimo Prontera. 

A partire dalla sua apertura, avvenuta nel mese di Maggio 2024, con la  collaborazione della Cooperativa Noi& Voi di Taranto,  sono stati organizzati eventi culturali e attività laboratoriali di manualità creativa e lettura animata insieme ai bambini e le bambine del quartiere.

 

L'apertura di un luogo ideato per consentire ai bambini di giocare in libertà è stato accolto con grande entusiasmo da tutti i suoi piccoli frequentatori e della molte famiglie che vivono a Tamburi.

L'obiettivo è far sì che il parco diventi un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere.

Uno spazio aperto e inclusivo all'interno di un'area carente di ambienti esterni dedicati ai più piccoli e ideati sulla base delle loro necessità e delle specifiche caratteristiche dell'ambiente in cui si trova.

 

Foto di Barbara Rossi