LETTERE A NOUR

TEATRO DUE PARMA

Giugno 2018

Anche quest’anno Fondazione Pizzarotti ha voluto sostenere la stagione estiva di Arena Shakespeare scegliendo, non a caso, il dramma epistolare “Lettere a Nour” di Rachid Benzine, che andrà in scena il 16 luglio.

Nour ha vent'anni quando decide di partire, lasciando improvvisamente la sua vita di studentessa brillante per raggiungere l'Iraq e sposare un combattente del nascente Stato Islamico conosciuto su internet.

Fetih, suo padre, è professore universitario, un teologo islamico illuminista e progressista che ha cresciuto la figlia da vedovo e ora si ritrova solo.

Fetih vorrebbe che Nour tornasse a casa, al sicuro, che si rendesse conto dell'orrore, del paradosso di una visione del mondo basata sulla violenza e sull'odio.

Cominciano così due anni di corrispondenza, due anni di scontro e amore per raccontare un rapporto intenso e travagliato, un conflitto familiare, generazionale e culturale apparentemente senza via d'uscita.

Un dialogo a distanza in cui i concetti stessi di intimità e lontananza perdono consistenza e le parole spesso ne nascondono altre, perchè è difficile parlarsi veramente, ascoltare e vedere davvero quando è in gioco un legame così profondo come quello tra un padre e una figlia.

In scena, l'incontro tra uno dei più grandi interpreti di sempre, Franco Branciaroli e una giovane e promettente attrice, Marina Occhionero.

Rachid Benzine, islamologo e filosofo francese di origine marocchina, è uno degli esponenti di spicco di quella nuova generazione di intellettuali dediti allo studio del Corano in un'ottica di dialogo con le altre culture e religioni occidentali.

«Sto lavorando da mesi su una domanda fastidiosa, una domanda che rimbalza sempre indietro come un’emicrania, ricorrente e familiare. Perché giovani uomini e giovani donne, nati nel mio stesso paese, dalla mia stessa cultura, decidono di partire per un paese in guerra e di uccidere in nome di un Dio che è anche il mio? Questa domanda violenta ha assunto una nuova dimensione la sera del 13 novembre 2015: una parte di me aveva appena attaccato un'altra parte di me, seminando morte e dolore. Come vivere con questo tormento? In risposta, a poco a poco, è nato un dialogo epistolare tra un padre-filosofo e sua figlia, partita per la jihad... Questo dialogo è impossibile, difficile, immaginavo».

Lettere a Nour è una storia così personale, così privata da diventare pubblica, universale.

Un testo che ci riguarda tutti: tutti siamo figli o genitori o entrambe le cose, tutti viviamo lo stesso presente e stare a guardare potrebbe ormai non bastare.

Foto di Serena Pea